Un "graffittaro" bosino in Africa nel1850

 

Diciamo subito che è Emilio Dandolo nato a Varese il 5luglio 1830 e morto a Milano il 20 febbraio 1859.

Dandolo è ricordato principalmente come patriota inquanto fu uno dei protagonisti, unitamente al fratello Enrico eall'amico fraterno Emilio Morosini, delle vicenderisorgimentali.

Li vediamo partecipi dalle Cinque Giornate di Milano alletragiche giornate della difesa della Repubblica Romana del 1849durante la quale Emilio fu ferito in modo grave, morì ilfratello ( il 3 giugno), fu ferito a morte il Morosini ( morto poi ilsuccessivo 25 ottobre), morirono anche Francesco Daverio ( sempre il3 giugno) e il loro comandante nonché amico intimo LucianoManara.

 

Sopravvissuto alle vicende successive alla caduta dellaRepubblica Romana, fuggì in esilio prima a Marsiglia e poi aLugano.

Nella primavera del 1850 rientrò in famiglia e visse nelricordo della morte del fratello angustiato anche dall'amore, noncorrisposto, prima di Giuseppina Morosini e poi della vedova diManara Carmelita Fè.

Nel 1850 pubblicò i suoi ricordi nel volume " I Volontaried i Bersaglieri Lombardi" libro apprezzato anche nella suatraduzione inglese guadagnando le simpatie britanniche alla causaitaliana.

Il 20 ottobre 1850 per allontanare i dolorosi ricordipartì per l'Oriente con l'amico marchese Lodovico Trotti conle credenziali e una lettera di presentazione agli " AgentiConsolari di S.M. il re di Sardegna nei territori della PortaOttomana e nella Grecia". Farà ritorno il 13 agosto 1851; dueanni dopo pubblicherà in volume la relazione del viaggio delquale ci occuperemo.

Nel 1855, grazie a Cavour, riottenne il grado di Sottotenente deiBersaglieri e fu aggregato allo Stato Maggiore del corpo dispedizione in Crimea da dove inviava regolarmente notizie dellaguerra a Cavour.

Fu costretto a rientrare a Milano per intervento del governoaustriaco, pena il sequestro dei beni e fu sempre sottoposto astretto controllo da parte della polizia.

Malato gravemente di tisi, morì nel 1859 poco prima che laLombardia venisse liberata.

I suoi funerali, a Milano, assunsero spiccate connotazioniantiaustriache. Fu tumulato con immediatezza nel camposanto di Adro,su disposizione delle autorità nel tentativo di evitaredisordini antiaustriaci.

 

La relazione del viaggio

 

Il volume si intitola < Viaggio in Egitto, nel Sudan , inSiria ed in Palestina, 1850-1, Milano, Carlo Turati, 1854 > edè composto da 502 pagine e da due tavole che rappresentano lemappe : < Carta della Valle del Nilo fino a Kartum > e <Carta del corso del fiume Bleu e del Bianco fino al 4°.40" Lat.Nord tolta dai lavori inediti dell'ingegnere d' Arnaud >. Lapubblicazione è dedicata al padre Tullio con una iscrizionedatata da Adro il 20 gennaio 1853.

 

L' itinerario lo portò a visitare le isole Jonie, partedella Grecia, l' Egitto, il Sudan, il deserto di Baiuda, la Siria ela Palestina. Dedica parecchie pagine a Corfù, Patrasso,Missolungi, Lepanto, Rodi, Smirne, il Cairo, Alessandria, il Nilo eil Nilo bianco, Beirut ( i cui dintorni gli ricordano le nostrecolline ), Gerusalemme e Nazareth.

Il volume è interessantissimo perché, pur scrittoda un giovane di vent'anni, dimostra una maturità notevole nelcogliere notizie di ogni genere dalla storia alla geografia, dall'economia agli usi e costumi, alla religione alla politica ecosì via intercalati spesso da tristi ricordi e malinconicheconsiderazioni personali.

 

I graffiti

 

Karnak ( Luxor ) è un piccolo villaggio situato sullesponde del Nilo a circa 2,5 km a nord di Luxor. Il sito èquello della Tebe egizia.

I templi egizi sono la principale attrazione di el-Karnak. Quisul grande tempio di Amon Dandolo e Trotti incisero la lorofirma.

Anche Abu Simbwl è un sito archeologico dell'Egitto. Sitrova nell'Egitto meridionale, sulla riva occidentale del LagoNasser, a circa 280 km a sud di Assuan. Allora per raggiungerlo sidoveva effettuare un viaggio avventuroso.

Il complesso archeologico di Abu Simbel è composto da dueenormi templi in roccia ricavati dal fianco della montagna dalfaraone Ramses II nel XIII secolo a.C.. Il sito archeologico, quasicompletamente ricoperto di sabbia,fu scoperto nel 1815dall'archeologo italiano Giovanni Battista Belzoni.

Anche qui sulla muraglia del tempio principale i nostriviaggiatori hanno lasciato la loro firma

Queste immagini sono tratte dal sito<http://www.egypt-sudan-graffiti.be/Emilio.htm> curato da RogerO. De Keersmaecker.

 

Un brano tratto dal libro

 

< Abbandonata col sole la nostra allegra cameretta, scendiamoa terra armati dei fucili e seguiti da un arabo che porta la carnierae le munizioni. Precedendo con passo celere il lento progredire delladaharbia( barcone ), ci interniamo nelle campagne, inseguendo gliuccelli, visitando i villaggi, osservando i costumi e provvedendo infine un ottimo arrosto pel pranzo futuro. La caccia è dellepiù divertenti perché variatissima e sempre felice.Quella dei piccioni in ispecial modo è facilissima. Comeabbiamo detto il numero dei piccioni nei borghi è infinito.Fra le case è vietato l'ucciderne. Ma siccome in questastagione si taglia e si batte la durah ( tipo di mais), così icampi sono pieni di quei volatili che s'avventano a stuoli immensisulla facile pasture. Quando sono vicini si fanno levale colle grida.Essi passano a poche braccia sopra la testa e talmente fitti , checon una scarica le ne abbatte talvolta una dozzina.

Consiglieremo ai gastronomici un consumè fatto collacottura di trenta piccioni diligentemente sgrassati.

In tal maniera trascorrono le ore, finché accorre unmarinajo ad annunciare che la colazione è in pronto e che staper sorgere il vento. Ritorniamo di corsa alla barca stanchi e con unvero appetito da cacciatori.

Ecco il desco elegantemente imbandito su cui fumano i polli ed ipilau. La nostra dispensa ci fornisce il moka profumato, la fogliacinese , conserve inglesi , vino di Francia e frutta secche di Smirne, ed i vicini villaggi ci forniscono burro e latte, uova e farine.Seduti a mensa vediamo spiegarsi la vela, e ai canti dei barcaiuolivolare la dabarbia sull' onda tranquilla.

 

Le ore del meriggio sono aggradevolmente impiegate nella lettura,nel disegno, nello scriver lettere o memorie; di tratto in tratto cichiama fuori il dragomano additandoci qualche grosso villaggio ,qualche barca europea che ci saluta , ovvero qualche lontano stormodi pellicani e di oche, inutile bersaglio ai nostri colpi. S'avvicinaintanto la sera e il sole, già presso al tramonto, veste l'orizzonte animato che ne circonda dei più vivi e pittoreschicolori. Cessano i canti dei marinaj , i quali si prostrano silenziosiper la preghiera vespertina. Io quell' ora mesta e riposata anche l'animo del viaggiatore si commuove, e il pensiero si volge allapatria, agli affetti lontani, alle speranze perdute; e mentre sedutosulla sponda della barca tranquillo , il suo guardo erra sbadatamentesulle cime indorate delle palme o sulle grigiastre onde del fiume ,l' animo si innalza a qualche religioso pensiero o a qualchericordanza pietosa.

Ma ecco arrivata la notte , cessato il vento e giunta l' ora delriposo per l'affaticato equipaggio, la vostra cameretta lietamente illuminata e il desco nuovamente imbandito pel pranzo vi chiamano apiù, prosaici pensieri. Finito il pasto, se la barca eancorata presso un villaggio voi vi recate a visitarlo , quantunquele tenebre e il sonno degli abitanti non vi promettano una gradevolepasseggiata. Talvolta, se splende la luna, voi v'aggirate per lecalme campagne a respirare l' aura della sera. Più spesso ,presso la vostra barca è ancorata quella di un vostroconoscente , cui invitate a prendere il tè o presso cuipassate qualche ora in animati discorsi, in discussioni o inracconti. Se qualche signora anima la società , allora iltempo vi sembrerà, molto breve, e vi accorgerete infine cheanche sul Nilo si può far venire mezzanotte senza l' ajuto diteatri o di feste. >( acquarello del 1860 che illustra una barcasul Nilo)

 

Ritengo che sia interessante ristampare questo volume unitamentealla relazione di un altro " nostro " viaggiatore ovvero GiulioAdamoli che visitò Cuba e gli Stati Uniti, nel 1869andò in Asia centrale, successivamente in Africa oveannotò: <A Luxor lessi sulle muraglie del tempio di Karnaci nomi di antichi amici, quali Trotti, Dandolo, Tadini, Vidua ealtri, cancellati poi dai restauri>.

 

 

Fernando Cova

 

pubblicato in « Calandari do ra FamigliaBosina par or 2009 »